La rigenerazione tissutale rappresenta un aspetto terapeutico imprescindibile per il raggiungimento di un completo e armonioso ripristino dell’estetica e della funzione in campo odontostomatologico.

Negli ultimi anni sono state proposte svariate tecniche e si sono valutate numerose tipologie di materiali (autologhi ed eterologhi); il tutto è stato sottoposto a revisione critica attraverso la conduzione di studi clinici e di indagini istologiche.

La continua ricerca del sostituto osseo ideale ha introdotto e commercializzato numerosi altri materiali, ma ad oggi, nessuno dei materiali studiati può essere considerato o definito il “materiale perfetto”, poiché nessuno di essi è scevro da limiti e difetti.

La necessità di ovviare a problematiche inerenti i lunghi tempi di guarigione, i costi elevati per operatore e paziente, il rischio di infezioni crociate, il vantaggio di poterlo preparare in studio al momento della chirurgia esclude errori di somministrazione che si possono verificare se preparato in laboratori esterni, hanno portato alla messa a punto di nuove tecniche basate sullo sfruttamento delle grandi potenzialità dei fattori di crescita (Grow Factors ).

Le biomolecole che regolano le cellule ossee sono numerose, alcune sono prodotte dal sistema immunitario, altre da piastrine e altre ancora da cellule della linea osteogenica.

Alcune di queste sostanze non sembrano poter agire singolarmente, ma in associazione con ormoni sistemici: Paratormone, calcitonina, vitamine D.

-PDGF ( Fattore di crescita derivante dalle piastrine):

Questo fattore è implicato principalmente nell’ attività mitotiche del processo di riparazione dei tessuti, è coinvolto nell’ angiogenesi e osteogenesi, costituisce un richiamo chemiotattico per i fibroblasti e altre cellule coinvolte nella guarigione della ferita. (DEVEL1982 – SPORN E ROBERTS 1986)

Aggiunta di fattori di crescita negli innesti (PRP) “ Robert Marx”

Studi in vitro ed in vivo dimostrano un più rapido consolidamento e una mineralizzazione dell’innesto pari alla metà del tempo normale ed un miglioramento della densità ossea compreso tra il 15 – 30% del normale, accelerando la mitogenesi e l’angiogenesi nonché l’attivazione macrofagica.

Il contenuto di PDGF x milione di piastrine è dell’ordine di 0,06mg. circa 1.200 molecole di PDGF x singola piastrina.

Studi in vitro hanno dimostrato che Il PDGF viene liberato dalle piastrine mediante un processo di degranulazione, che si verifica già dopo pochi minuti dal contatto con la superficie ricevente.

Le piastrine già degranulatesi, non sono più la fonte di liberazione dei fattori di crescita e il loro posto vengono presi dai Macrofagi, che vengono richiamati dall’innesto come monociti dall’ipossia tissutale compresa, tra 0,3 e 5 mm. di Hg, mentre quella dei tessuti circostanti sono di 44 – 55 mm. Hg quindi, questa differenza del gradiente pressorio, fa sì che i monociti arrivano in grande quantità ed essendo a rapida replicazione e particolarmente efficienti a produrre i fattori di crescita, guidano la seconda fase della rigenerazione dell’osso, quindi la guarigione, in altre parole la risposta indotta dal gradiente d’ossigeno da luogo a una precoce angiogenesi già in terza giornata.

Differenze Tra PRP & PRF

La sostanziale differenza col PRF è dovuta al fatto che nel PRF è avvenuta la degranulazione, per rottura delle piastrine durante la centrifugazione tale che il risultato ottenuto è il coagulo di fibrina, che viene innestato a mò di membrana.

Nel PRP le piastrine sono integre e vengono iniettate nel sito chirurgico, senza l’avvenuta degranulazione, in quanto non attivate col Cloruro di Calcio e solo lì, per la superficie ruvida del sito, che si rompono e rilasciano i Grow factors.

Invece quando l’adoperiamo per riempire i gaps (impianto post estrattivo, split-crest, deiscenze, fistole, cisti e così via ) vengono mescolate con cloruro di calcio, osso autologo e non, una volta avvenuto il coagulo di fibrina, viene adoperarlo alla stessa stregua del PRF.

Casi Clinici:

1° caso

Paziente di sesso maschile di anni 50 riguarda l’intervento di rigenerazione ossea per fini implantari nel settore superiore destro, a seguito di una grave atrofia ossea secondaria ad un vasto granuloma paradontale come si evidenzia dalla TC. Fig 1

Estrazione degli elementi compromessi fig. 2

Toillette del sito chirurgico fig.3

P.R.P. ottenuto dopo centrifugazione del sangue fig.4 e fisiograft destrano tipo spugna e gel fig.5

 

Si procede con l’innesto fig. 6

Tc. Di controllo dopo otto mesi fig. 7 dove si apprezza la rigenerazione.

Intervento chirurgico di rialzo crestale ed implantologico con inserimento di due impianti a carico differito e radiografia di controllo a 8 mesi. Fig. 7bis

Controllo a 8 anni dove si evidenziano: un leggero riassorbimento al colletto a carico del 1.6, ma a livello antrale la quantità d’osso è del tutto identica alla radiografia di controllo a 8 mesi e rizolisi del 1.5 con minus osseo a livello apicale. Fig.8

 

2° caso

Paziente di sesso femminile di anni 40 riguarda l’intervento di rialzo crestale e sostituzione del 1.5.

La paziente era portatrice, da diversi anni, di protesi fissa, come da OPT.Rx


Prelievo di sangue, immagine 2, che dopo centrifugazione si ottiene il PRP. Immagine 3

 

dopo sollevamento di un lembo muco-periosteo si è proceduto all’avulsione del 1.5 e rialzo crestale con osteotomi ed inserimento di due impianti. Immagini 4-5

 

Ortopantomografia e particolare eseguita dopo l’intervento. Immagini 6-7, da notare l’iperdiafania (vuoto) all’interno del seno, che dimostra l’assoluta mancanza di innesti ossei, ma solo spugnette di fibrina imbibiti di P.R.P.


La Rx. O.P.T. e tomografia mostrano l’integrazione radiografica e l’aumento della densità dell’osso perimplantare a sei mesi dall’intervento. Immagini 9-10-11-12


 

Protesi definitiva a denti singoli in zirconio-ceramica, da notare le papille. Immagini 13-14

 

3° caso

Pz. sesso femminile di anni 75, portatrice di protesi mobile, si presenta alla mia osservazione per fenomeni di allergia alla resina e desiderava effettuare l’implantologia.

Dopo indagini emato-chimiche, tutte nella norma, compresa la M.O.C. (mineralometria ossea computerizzata della colonna e del femore), in quanto assume da due anni il “Ranelato di Stronzio”, che la mantiene in perfetto equilibrio osseo, è stata sottoposta ad intervento chirurgico di rialzo del seno ed implantologico. Imm. 1

Prelievo di sangue e P.R.P. Imm. 2-3

 

Rx.di controllo a 24 mesi. Che dimostra la perfetta formazione ossea nel seno mascellare. Imm.4 e 5 in negativo

 

In collaborazione con il Dott. Maurizio Serafini

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