La Sindrome di Down interessa circa 1 su 800 nati vivi. I soggetti affetti da questa patologia rappresentano in realtà il 22% degli embrioni concepiti con Trisomia del 21: il restante 78% è abortito spontaneamente.
Lo scopo del lavoro è valutare la prevalenza di patologie riguardanti nello specifico l’apparato stomatognatico in una coorte di soggetti presentanti la Sindrome di Down, correlando i più significativi risultati delle nostre analisi con quelli fornitici dalla letteratura internazionale.
Materiali e Metodi. Dall’analisi della letteratura internazionale, gli Autori hanno dunque soffermato la loro attenzione su nove tra le più frequenti manifestazioni orali della Trisomia del 21. La prevalenza delle suddette nove anomalie è stata quindi calcolata nell’ambito del gruppo dei 153 pazienti. In seguito, gli Autori hanno identificato le due manifestazioni a più elevata prevalenza all’interno del gruppo
studio, elaborandone i dati al fine di approfondirne la trattazione.
Risultati. Le manifestazioni orali riscontrate con maggiore frequenza nell’ambito di questo studio sono le anomalie di occlusione e l’ipodontia.
Conclusioni. La presenza di anomalie nei pazienti con Sindrome di Down risulta piuttosto pronunciata. Ciò induce a sottolineare l’importanza della prevenzione e del controllo in ambito stomatologico nella categoria di pazienti presa in considerazione, vista l’elevata frequenza con cui tali anomalie si verificano.

1. Cariotipo di un paziente con Sindrome di Down. 2. Ortopantomografia rappresentante un caso di ipodontia. 3. Ortopantomografia rappresentante la riabilitazione impianto-protesica del caso precedente.
4. Uvuloschisi. 5. Macroglossia. 6. Macroglossia.

Essi infatti necessitavano di un approccio multidisciplinare (prestazioni di tipo conservativo, parodontale, chirurgico, ortodontico), che è stato loro fornito nell’ambito di due strutture particolarmente attente e sensibili a tutto ciò che riguarda la vita e le problematiche dei pazienti diversamente abili (Dipartimento di Odontostomatologia e Chirurgia, Università degli Studi di Bari; Calabrodental S.r.l., struttura convenzionata Regione Calabria).

Previa autorizzazione scritta dei tutori dei pazienti, gli Autori hanno dunque proceduto alla raccolta dei dati anamnestici, alla realizzazione degli esami obiettivi intra ed extra-orale, e infine all’interpretazione e refertazione delle ortopantomografie dei soggetti inclusi nello studio.
Da un’analisi della letteratura internazionale, gli Autori hanno dunque deciso di soffermare la loro attenzione su nove tra le più frequenti manifestazioni orali della Trisomia del 21, ovvero:

  • anomalie occlusali;

  • ipodontia;

  • manifestazioni parodontali (in particolare, a tal proposito sono stati utilizzati l’Indicedi Placca e l’Indice di Sanguinamento, prendendo in considerazione solo i casi in cui era possibile riscontrare livelli uguali o superiori al valore 2 per entrambi gli Indici);

  • microdontia;

  • macroglossia;

  •  eruzione dentale ritardata;

  • denti conoidi;

  •  inclusioni dentarie;

  •  taurodontismo.

La prevalenza delle suddette nove anomalie è stata quindi calcolata nell’ambito del gruppo dei 153 pazienti.
In seguito, gli Autori hanno identifi cato le due manifestazioni a più elevata prevalenza all’interno del gruppo studio e ne hanno elaborato i dati al fi ne di approfondirne la trattazione.

Risultati
I dati a disposizione degli Autori sono stati raccolti, analizzati e tradotti in percentuale al fi ne di esser poi trascritti in due tabelle.
La prima (tabella 1), rappresenta le nove principali manifestazioni orali dagli Autori selezionate, il numero di pazienti presentanti ciascuna delle citate anomalie, nonché la prevalenza delle stesse all’interno del gruppo studio di 153 soggetti con Sindrome di Down.
Le nove anomalie sono citate in ordine decrescente a seconda della percentuale con la quale sono state riscontrate dagli Autori nella coorte considerata.
In ben 120 pazienti su 153 (78,43%) è stato possibile diagnosticare delle anomalie di occlusione, 92 soggetti (60,13%) presentavano un’ipodontia (di severità molto variabile), in 73 soggetti (47,71%) è stata diagnosticata la malattia parodontale, 69 soggetti (45,09%) presentavano macroglossia e 60 (39,21%) microdontia, per 46 soggetti (30,06%) è stato possibile parlare di eruzione ritardata (i pazienti per i quali gli Autori sospettavano tale anomalia sono stati seguiti per un intervallo di tempo necessario a giungere a un valore medio di circa 18 mesi di ritardo nell’eruzione dentaria), 32 soggetti (20,91%) avevano denti conoidi, in 23 casi (15,03%) è stato possibile diagnosticare delle inclusioni dentarie, alcune delle quali hanno richiesto interventi di exodontia o trattamento combinato chirurgico-ortodontico; denti classifi cati come taurodontici sono infi ne stati identifi cati in 18 soggetti (11,76%).
Elaborando i dati con un intervallo di confi denza del 95%, gli Autori asseriscono che le nove anomalie prese in considerazione possono essere individuate nei seguenti intervalli percentuali:

  •  anomalie occlusali: 71,06-84,66%,

  •  ipodontia: 51,91-67,95%,

  •  manifestazioni parodontali: 39,58-55,93%,

  •  macroglossia: 37,05-53,34%,

  •  microdontia: 31,43-47,43%,

  •  eruzione ritardata: 22,92-37,99%,

  •  denti conoidi: 14,77-28,22%,

  •  inclusioni: 9,77-21,70%,

  •  taurodontismo: 7,12-17,95%.

Gli Autori sottolineano che la somma delle percentuali delle prevalenze è superiore a cento (ossia al 100%).
Ciò è dovuto al fatto che più della metà dei soggetti valutati presentavano più di un’anomalia.
Le due manifestazioni identifi cate con maggiore frequenza nel corso di questo studio sono dunque state le anomalie di occlusione e l’ipodontia.
Nella tabella 2, nell’ambito della prima categoria sono evidenziate, nello specifico, le alterazioni identifi cate.
Il cross-bite appare dunque ricorrere in ben 105 pazienti trattati, l’overjet mandibolare in 82 pazienti, infine in 91 soggetti è stato possibile fare diagnosi di prognatismo.
La seconda categoria è l’ipodontia. Essa è stata identificata sia nella dentizione decidua (i denti maggiormente interessati in questo caso sono gli incisivi laterali inferiori), sia in quella permanente (i denti più frequentemente assenti sono risultati i molari inferiori).

Discussione
In accordo con la letteratura internazionale, le manifestazioni orali riscontrate con maggiore frequenza nell’ambito di questo studio sono le anomalie di occlusione e l’ipodontia.
La prevalenza di tali alterazioni risulta essere particolarmente elevata; infatti, la percentuale di pazienti che presentava almeno una delle due anomalie è pari all’86%. Altrettanto degne di nota risultanole percentuali corrispondenti alla frequenza con cui le altre manifestazioni prese in considerazione sono state diagnosticate nel gruppo studio. Gli Autori ricordano, a tal proposito, che trattasi appunto delle manifestazioni più ricorrenti, come già indicato dalla maggior parte dei precedenti studi sull’argomento.
Nell’ambito delle due categorie evidenziate nella tabella 2, i dati risultano, anche in questo caso, del tutto concordanti conquelli evinti dagli studi realizzati in passato.
Gli Autori sottolineano che i dati riportati nel manoscritto fanno riferimento a soggetti rivoltisi al Servizio Sanitario Nazionale.
Questi ultimi, dunque, necessitavano già di trattamento al momento del reclutamento per lo studio in questione.
Tale specifico aspetto rappresenta una “limitazione” dello studio, in quanto i pazienti inclusi non possono essere considerati completamente rappresentativi della “popolazione generale”.

Conclusioni
In conclusione, la presenza di anomalie odontostomatologiche nei pazienti con Sindrome di Down risulta piuttosto importante. Degno di nota è il fatto che la percentuale dei soggetti che presentava almeno una delle nove alterazioni prese in considerazione è pari al 93%.
I risultati del nostro studio ci inducono, infine, a sottolineare l’importanza della prevenzione e del controllo in ambito stomatologico nella categoria di pazienti presa in considerazione, vista l’elevata frequenza con cui tali anomalie si verificano.

Ringraziamento
– Università degli studi di Bari, Dipartimento di Odontostomatologia e Chirurgia.
– Calabrodental S.r.l.

AUTORE
Francesco Inchingolo

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