Lo scopo del presente lavoro è valutare la composizione della flora microbica prima e dopo la terapia parodontale non chirurgica in pazienti parodontopatici, nonché di valutarne gli effetti dal punto di vista clinico.

MATERIALI E METODI: Il nostro studio è stato eseguito su un gruppo di 14 pazienti di età compresa tra i 21 e i 65 anni per una durata di 6 mesi ed ha previsto 2 fasi. Durante la prima fase i pazienti sono stati sottoposti ad esame anamnestico, compilazione della cartella parodontale, sedute di educazione e motivazione al controllo dei fattori predisponenti e determinanti della malattia parodontale, status parodontale, rilevazione fotografica, indagine microbiologica e terapia parodontale causale. Nella seconda fase sono state eseguite la rivalutazione clinica e l’indagine microbiologica. Per ciascun paziente sono stati eseguiti diversi prelievi microbiologici (prelievo della placca subgengivale attraverso coni di carta o curette sterili e processazione entro un’ora dal prelievo),a livello dei siti interessati da profondità di tasca >5 mm. Le indagini microbiologiche sono state eseguite nelle stesse sedi parodontali, per ciascun paziente, prima e dopo l’intervento terapeutico.

RISULTATI: I risultati delle indagini microbiologiche hanno rivelato:
– riduzione dalla positività per Streptococcus intermedius ( dal 71% al 14% );
– riduzione dalla positività per Prevotella intermedia ( dal 43% al 14%);
– nessun cambiamento riguardo alle percentuali di rilevazione di Porphyromonas gingivalis.
I risultati clinici hanno rivelato:
– riduzione dell’indice di placca ( dall’85% al 30% );
– riduzione dell’indice di sanguinamento ( dal 70% al 35% );
– riduzione dei siti caratterizzati da profondità di tasca  >5mm  ( dal 65% al 25% );
– riduzione della mobilità patologica ( dal 55% al 15% ).
DISCUSSIONE E CONCLUSIONI: La collaborazione dei pazienti nel prevenire e ridurre la formazione della placca batterica,  nel ridurre i fattori di rischio e nel seguire una corretta alimentazione, associata al nostro intervento diagnostico e terapeutico, si sono dunque rivelati efficaci per la diminuzione della concentrazione dei suddetti microrganismi patogeni nei siti investigati. Dal punto di vista clinico, tali cambiamenti microbici si sono estrinsecati in un efficace controllo degli indici diagnostici di malattia parodontale.

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