Il deficit numerico di uno o più elementi dentari può manifestarsi sia nella dentizione decidua (denti da latte) sia in quella permanente (denti del soggetto adulto). La patogenesi di tali alterazioni della dentizione è da ricercare in una moltitudine di fattori predisponenti e determinanti. Un importante fattore eziologico predisponente può essere quello ereditario: è infatti a volte possibile ricostruire, dall’anamnesi (storia familiare) del paziente, la mancanza di uno o più elementi dentari in molti soggetti, anche vissuti a diverse generazioni di differenza. Un altro fattore che risulta collegato alla problematica oligodontica è il sesso: infatti una trasmissione del difetto avviene con modalità autosomica di tipo recessivo. I denti mancanti rappresentano la condizione clinica derivante da un errore nello stadio germinativo e/o maturativo dello sviluppo del dente.

 Una sospetta anodontia (mancata eruzione dentale) focale o generalizzata può essere sospettata quando i denti non sono ancora comparsi nove/dodici mesi dopo la data d’eruzione prevista; chiaramente, sarà necessario confermare la previsione diagnostica mediante una radiografia Rx-OPT che sarà dirimente in merito a tale quesito. L’anodonzia è meno frequente e relativamente non comune nella dentizione decidua: il rapporto è di 1 su 100 casi; mentre è più frequente nella dentizione permanete: la prevalenza del fenomeno è nell’ordine del 4-6% nella popolazione generale.

 Il sesso femminile è più colpito, con un rapporto maschi-femmine pari a 3:2. Da un punto di vista geografico, tale anomalia tende a diminuire dal Nord al Sud dell’Europa: 6% in Scandinavia, 2.4% in Europa centrale, 1.4% in Grecia.

 Ad eccezione del dente del giudizio, per il quale bisogna attenersi a statistiche e tempistiche differenti rispetto agli altri elementi in arcata, il dente più comunemente interessato dalla assenza in arcata è il secondo premolare inferiore, seguito dall’incisivo laterale superiore.

Il quadro clinico-sintomatologico è diverso a seconda del numero e della zona degli elementi dentali mancanti. L’ipoodonzia, può andare ad interferire sulla funzione fonatoria (alterata pronuncia di alcuni fonemi), sulla masticazione (laddove venisse meno la capacità di taglio ovvero di stampo dei gruppi dentali), sulla deglutizione, sulla corretta occlusione (qualora mancasse ad esempio la guida incisiva o la guida canina) ed in alcuni casi (mancata eruzione dei canini superiori ovvero dei primi premolari superiori ed inferiori) sulla corretta morfologia del volto, con ripercussioni sull’equilibrio psico-fisico dei pazienti.

Indagini e Terapia

Le indagini che appurano la presenza di elementi mancanti nel distretto mascellare e mandibolare sono:

    • indagine obiettiva intra/extraorale

 

  • indagine radiologica di I Livello (Rx-OPT, Rx- Occlusale, Rx-Endorale)
  • eventuali indagini radiologiche di II Livello (T.C. e T.C. 3D)

 

Le soluzioni terapeutiche delle agenesie dipende dall’età cronologica e scheletrica/dentale del paziente al momento della diagnosi e dal suo grado di collaborazione, oltre che dal numero e dalla localizzazione dei denti agenetici permanenti, interessano molti settori dell’odontoiatria: l’ortodonzia, la conservativa, l’odontoiatria preventiva, la protesi, l’implantologia e dovrà basarsi sullo studio accurato del singolo caso e sulla valutazione delle esigenze funzionali e psico-relazionali del paziente.

LEGENDA:

    • Anodontia = mancanza di tutti i denti.

 

  • Agenodontia = mancanza di tutti i denti da latte.
  • Ablastodontia = mancanza di tutti i denti permanenti.
  • Oligodontia e Ipodontia = mancanza di alcuni denti.

 

 CASO CLINICO

 Paziente giovane di anni 18 con agenesie di n° 6 elementi dentali:
2 in arcata superiore (1.5 e 2.5) e
4 in arcata inferiore (3.4 – 3.5 – 4.4 – 4.5)

  

 

 I canini sono stati distalizzati da un precedente trattamento ortodontico eseguito, da altro collega, con intenzione di applicare una soluzione protesica costituita da un ponte tradizionale. Si opta, tuttavia, per una soluzione combinata che prevede le seguenti fasi:

  • Fase Ortodontica-Preimplantare
    La pianificazione del trattamento ortodontico, preceduta da una accurata valutazione obiettiva ed ortocefalometrica, sarà tesa a gestire la discrepanza dento-alveolare derivante dalla ipodontia, nel rispetto delle dinamiche occlusali e funzionali.

  

  • Fase Implantare
    Si procede, previa valutazione radiologica, alla pianificazione del piano riabilitativo tramite impianti endossei con tecnica tradizionale associata alla tecnica “flap-less”; nel mascellare superiore si è dovuto preventivare un mini rialzo del seno mascellare a cui è seguita una riabilitazione implantare “immediate-load”.

 

 

 

  

  • Fase Protesica-Riabilitativa
    La preparazione delle protesi necessita di studi sulla occlusione e sull’estetica del paziente: si valutano, dunque, tutti quegli algoritmi funzionali e quelle combinazioni morfo-cromatiche caratteristiche del paziente per garantire un successo sia clinico sia funzionale sia estetico.

 

La scelta di una protesi definitiva in zirconio ceramica, come nel presente caso, conferisce al manufatto protesico una estetica ottimale corroborata dalle ottimali proprietà meccaniche di questi materiali.

 

GRUPPO DI LAVORO

AUTORI:
Dott. Maurizio SERAFINI (Chieti)
Prof. Francesco INCHINGOLO (Univ. di Bari)
Prof.ssa Gianna DIPALMA (Univ. di Bari)
Prof. Massimo Walter MARRELLI “Calabrodental S.r.l.” Crotone
Marco TATULLO (Univ. di Bari)
Angelo Michele INCHINGOLO (Univ. di Bari)
Anna Lisa VALENZANO (Univ. di Bari)
Vincenzo PICCIARIELLO (Univ. di Bari)
Alessio Danilo INCHINGOLO

 

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