F. INCHINGOLO, M. MARRELLI, M. TATULLO*, A. D. INCHINGOLO, V. PICCIARIELLO, F. CARBOTTI, A. M. INCHINGOLO, A. PALLADINO, S. LOMBARDO, M. DECAROLIS, F. SCHINCO, G. DIPALMA
I pazienti in Terapia Anticoagulante Orale (TAO) sono individui particolarmente esposti al rischio emorragico. Questi soggetti sono affetti da problematiche coagulative che possono esitare in eventi tromboembolici e che li costringono ad intraprendere una terapia anticoagulante con il fine di allungare i tempi di formazione del coagulo. I farmaci anticoagulanti interferiscono sull’attivazione dei fattori della cascata coagulativa, fondamentali per la formazione di un coagulo, inibendo l’azione della vitamina K, necessaria per attivarli. Il risultato è un rallentamento della capacità di formazione del coagulo con un meccanismo di tipo indiretto.
È possibile riscontrare fenomeni di diatesi emorragica o al contrario fenomeni tromboembolici a seguito di qualsiasi manovra cruenta nel cavo orale, dallo scaling alla chirurgia exodontica. Per tali ragioni l’igienista dentale deve essere al corrente che in questi pazienti il rischio emorragico ed il rischio tromboembolico possono essere elevati. È da sottolineare che l’insorgenza di queste complicanze non è esclusivamente immediata ma può essere anche ritardata nel tempo. L’igienista, l’odontoiatra ed il medico devono valutare l’assetto coagulativo dei pz in TAO monitorando i valori ematici di PT (Tempo di Protrombina) , PTT ( Tempo di Tromboplastina Parziale), I.N.R. ( International Normalized Ratio), PLT (conta piastrinica), Fibrinogeno, glicemia.
Nel caso in cui un paziente in TAO debba essere sottoposto a trattamento, è necessaria una preparazione eseguita dall’ematologo secondo i protocolli recenti: A) MANTENIMENTO della T.A.O. nei pazienti con I.N.R.<2,5 (per il basso rischio di emorragie importanti), B) SOSPENSIONE almeno 2gg prima dell’intervento, in modo da evitare l’effetto “rebound” a seguito della sospensione, C) SOSTITUZIONE della T.A.O. , nei pazienti cn I.N.R. > 2,5, con molecole ad emivita breve (eparina sodica a basso P.M.); questa scelta è la più frequente e garantisce una buona gestione intra e post-operatoria. In casi particolarmente a rischio è possibile impiegare acido tranexamico in fase pre-operatoria (irrigazione del campo operatorio con 10ml di soluzione) ed in fase post-operatoria (terapia a base di sciacqui orali da 10ml per 7gg: 4 volte al giorno per 2 minuti). Nel caso in cui sia presente una emorragia copiosa è possibile eseguire: tamponamento diretto attraverso digitopressione; applicazione di garza emostatica al solfato ferrico; applicazione di acido tranexamico in soluzione al 4,8% ; applicazione di garza imbevuta di H2O2 nei casi in cui non si disponga di altri presidi; applicazione di cellulosa ossidata sulla ferita; emostasi attraverso sutura meticolosa; emostasi attraverso laser o diatermocoagulazione; somministrazione di vitamina K (10mg/ml e.v.) Concludendo, riteniamo che la terapia parodontale del paziente in TAO sia possibile in completa sicurezza previa corretta valutazione multi-disciplinare del caso al fine di evitare complicanze emorragiche o tromboemboliche.
Bibliografia Harrison: Principi di medicina interna. McGraw Hill inc. New York. Ed. S.E.U. Roma, 1980. Paroli E.: Farmacologia clinica. Tossicologia. Ed. S.E.U. Roma, 1990. Borea G., Montebugnoli L., Capuzzi P., Magelli C.: Tranexamic acid as a mouthwash in anticoagulant-treated patients undergoing oral surgey. Oral Surg Oral Med Oral Pathol; 75: 29-31; 1993. Pagnuco G., Bonfichi M.: “Approccio clinico al paziente emorragico”. Progressi in ematologia clinica vol. 17: 47-61; 1988.
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